La sensazione di dolore o bruciore al seno non è di per sé una grande novità, soprattutto in gravidanza. Di fatti, questa sensazione è una di quelle che tipicamente è in grado di accompagnare le donne durante la loro esistenza, con alcune maggiori incidenze durante diversi momenti dei 28 giorni del ciclo mestruale e, come vedremo oggi in questo focus, durante la gravidanza.
Spesso questo dolore è accompagnato da una ipersensibilità che causa dolore ai capezzoli (in alcuni casi, così acuto da rendere problematico anche lo sfregamento con i vestiti, obbligandoci ad indossare il reggiseno persino durante la notte), oppure da un’anomala nodulosità del seno.
Dal canto suo, il bruciore si accompagna di solito solo al primo sintomo, e a ipotesi di eccessiva secchezza della pelle, tali da favorire dermatiti o smagliature.
Più in generale, possiamo comunque già affermare, in apertura di questo approfondimento, che questo tipo di sensazioni fastidiose non sono un problema duraturo, bensì una momentanea condizione che si accompagna a diverse caratteristiche evolutive dell’organismo, ormonali e non.
Sommario
Seno, ecco perché senti fastidi e dolori in gravidanza
Quanto sopra ci permette di introdurre una prima valutazione che sono lieta di riproporre in queste fasi di apertura di questo approfondimento: quando parliamo di dolore al seno o di fastidio al capezzolo sinistro o destro, siamo davanti ad un segnale di difficile interpretazione, che per essere ben contestualizzato e compreso ha forse bisogno della concomitanza di altri sintomi gravidici come la nausea, i tremori e il ritardo nell’arrivo delle mestruazioni.
Inoltre, giova sempre ricordare come il dolore al seno non è solo sinonimo di ovulazione e di possibile gravidanza, ma anche di ingrossamento dei noduli al seno, lesioni, mastiti, ascessi mammari e altre condizioni che – per quanto evidentemente minoritarie e non frequenti – necessitano di un approfondimento con il proprio medico di riferimento.
Insomma, qualsiasi sia la propria condizione attuale, è chiaro che non bisogna mai sottovalutare questi sintomi, soprattutto perché il seno è una zona di primo interesse per una donna, molto sensibile a sbalzi ormonali.
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Dolore al seno sintomo gravidanza?
Molte donne si domandano se il dolore al seno sia un sintomo di gravidanza o meno. E non è un caso che su Google una delle chiavi più ricercate tra i sintomi della dolce attesa sia proprio “dolore ai capezzoli sintomo di gravidanza” o “seno dolorante sintomo di gravidanza”. Ma è realmente possibile attribuire al dolore avvertito al seno una chiara spia di una gravidanza che sta iniziando?
In realtà, no. Certo, un tendenziale cambiamento del seno è sicuramente un sintomo dell’avvio della meravigliosa dolce attesa ma, comunque, non è il più riconoscibile ed emblematico tra quelli che in parte abbiamo già avuto modo di sintetizzare, come il ritardo delle mestruazioni in una donna che ha invece cicli molto regolari.
Dolore al seno ai lati, cosa significa?
Dunque, proprio per quanto riguarda il periodo della gravidanza, possiamo certamente sottolineare come la sensazione di bruciore al seno sia più che normale e fisiologica, e come di norma non ci sia nulla di cui preoccuparsi, qualsiasi sia il proprio tipo di capezzolo (anche per il capezzolo piatto).
Infatti, come probabilmente è già intuibile in questo momento del nostro approfondimento, questo dolore è solamente qualcosa che precede l’ingrossamento delle mammelle, le quali iniziano a prepararsi per l’arrivo del nascituro e dunque per l’inizio della fase di allattamento.
Inoltre, questo processo avviene in due momenti ben distinti: uno è riconducibile principalmente al primo trimestre, mentre l’altro avviene di norma verso la fine del secondo o all’inizio dell’ultimo.
La dimensione del seno non è però l’unica cosa che cambia della donna gravida: a mutare è anche la sensazione di sensibilità e di colore dell’areola, che assume tonalità più scure.
Ma vediamo più nel dettaglio quali sono le cause di questa trasformazione, di modo che sia più chiaro, subito dopo, come poter alleviare i dolori e fastidi che essa può procurare.
Seno dolorante, quali sono le cause?
I dolori al seno che si avvertono durante la gravidanza sono di norma attribuibili alla mammogenesi, ovvero a quel particolare processo attraverso il quale la zona mammaria cresce, per poter ospitare il latte materno e – quindi – per prepararsi all’allattamento.
Per essere ancora più specifiche, il seno subisce alcune trasformazioni fondamentali per poter assolvere alle proprie funzioni una volta che il bimbo verrà alla luce. Di qui, l’ingrossamento delle ghiandole mammarie e l’aumento dello spessore, che danno l’impressione di un seno più grande e più prosperoso.
Questi cambiamenti, ricordiamolo ancora una volta, sono cruciali per la sopravvivenza del neonato: in assenza di latte endogeno dovrà infatti assumere miscele di latte artificiale per l’intero periodo dell’allattamento.
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La fase cinetogena
Entrando più nel dettaglio di questo particolare processo, pur senza entrare in eccessivi tecnicismi medici possiamo sicuramente evidenziare come la prima fase della mammogenesi sia quella cinetogena, che inizia con il concepimento e prosegue fino al quinto mese. La fase cruciale è comunque quella che si verifica nei primi tre mesi: è durante questo primo periodo che entrano in gioco gli ormoni che provocano la trasformazione delle mammelle, la prolattina e l’ormone lattogeno placentare.
La prolattina è prodotta dall’ipofisi sin dai primi momenti della gravidanza. L’ormone lattogeno placentare è invece stimolato nella sua produzione dalla placenta, dopo la 15ma settimana di gestazione. Questi due ormoni hanno come effetto l’accrescimento del tessuto ghiandolare, a discapito di quello adiposo che invece, dopo una prima fase di crescita, tende a diminuire, rendendo il seno più sensibile e noduloso (è possibile accorgersi di questo cambiamento attraverso l’autopalpazione, una pratica che deve sempre essere effettuata con regolarità, anche al di fuori del periodo specifico della gravidanza).
Con la crescita del tessuto ghiandolare si verifica anche un aumento degli acini, cosi detti per la somiglianza a quelli dell’uva, i quali necessitano di nuovi dotti galattofori per essere di nuovo in collegamento fra loro.
Grazie anche all’azione di altri ormoni fondamentali come gli estrogeni e il progesterone, che concorrono nell’aumento di voluminosità del senso, il dolore potrebbe divenire in questi frangenti sempre più intenso.
Tuttavia, è bene evidenziare come in realtà non siano solamente queste le sue uniche cause di fastidio al seno. In realtà, anzi, la vera e principale causa del dolore al seno in gravidanza è il cambiamento della sua fibrosità: una alterazione che provoca un rigonfiamento delle piccole cisti che sono presenti nel tessuto fibroso delle mammelle, e che a sua volta determina infiammazione e sensazioni dolorose nella gestante.
Il colostro
Infine è necessario segnalare che, con la preparazione dei seni all’allattamento, si possono verificare delle secrezioni di colostro (anche se ciò avviene maggiormente nella fase successiva), un liquido propedeutico al vero latte mammario, che verrà invece sviluppato più tardi con la montata lattea.
Il colostro è estremamente nutriente e ricco di anticorpi materni, e sarà il primo nutrimento che potremo garantire al nostro futuro bambino. Le fuoriuscite di questo liquido se accompagnate da alcune secrezione ematiche, non vanno assolutamente sottovalutate, ma immediatamente comunicate al medico di fiducia.
La fase colostrogena
Chiarito quanto sopra, dopo il quinto mese la fase cinetogena può dirsi conclusa, lasciando spazio a quella colostrogena.
Durante questa fase i dotti galattofori si riempiono di colostro, prodotto dagli acini, provocando spesso qualche secrezione dal capezzolo (che può essere più o meno abbondante). Dopo circa 5 giorni dal parto questo liquido si convertirà in latte grazie alla montata lattea, la quale determinerà un nuovo turgore e tensione al seno.
Per cercare di attenuare questo dolore si consiglia di applicare dei pannicelli bagnati e caldi sulle mammelle, al fine di fornire il migliore beneficio tra una poppata e l’altra.
Dolore al seno in gravidanza, quanto dura?
Indipendentemente dal momento della montata lattea, solitamente le sensazioni dolorose che si possono verificare al seno tendono ad avvenire durante tutto il primo trimestre di gravidanza, e si possono avvertire sia come dolore profondo, sia superficiale, ovvero quando c’è un contatto diretto del capezzolo con i vestiti.
Anche il solo sfiorarsi potrebbe dunque potenzialmente risultare molto fastidioso. Per fortuna, questa sensazione dovrebbe scomparire gradualmente dopo i primi tre mesi, quando i livelli ormonali tenderanno ad assestarsi, ricomparendo nuovamente nell’ultimo trimestre.
Durante questo periodo finale della gravidanza, infatti, le mammelle torneranno ad essere indolenzite, poiché aumenta la loro attività di preparazione all’allattamento. Si verifica inoltre la crescita delle ghiandole mammarie e la produzione di colostro, con conseguente maggiore perdita dal capezzolo, a preannunciare l’imminente nascita.
Come alleviare il bruciore al seno?
Premettendo che è assai difficile eliminare completamente questo bruciore o male al seno, ci sono comunque una serie di accorgimenti da seguire per alleviare queste fastidiose sensazioni.
Di seguito, ho cercato di riassumere in maniera schematica quelli che possono essere considerati come i migliori rimedi per il bruciore al seno. Vediamoli insieme.
La scelta del reggiseno
È bene sceglierne uno che faccia al caso nostro, al fine di prevenire crescite del seno anormali, dolori di schiena e la comparsa di inestetismi come le smagliature. Durante il periodo della gravidanza questa scelta è ancora più importante, e può impattare sui diversi momenti della giornata e sul tipo di attività che andremo a sostenere.
Tieni in considerazione, infatti, che durante la gestazione il seno può crescere anche di due taglie, e che può ingrossarsi di un chilo. Dunque, considera che dinanzi a queste nuove esigenze dovrai ricorrere al giusto sostegno.
Per questo motivo consiglio l’acquisto di un buon reggiseno da giorno, il quale dovrà sostenere le mammelle senza, però, comprimerle troppo. Inoltre, è meglio evitare l’utilizzo di reggiseni con il ferretto, il quale potrebbe dare non poca noia, e le spalline strette, che con il peso eccessivo potrebbero determinare delle abrasioni sulla pelle. Piuttosto, meglio optare per un reggiseno a fascia larga, che garantisca anche un buon supporto alla schiena.
Infine, ti consiglio l’uso di uno specifico reggiseno da notte, soprattutto per quelle donne che soffrono molto di ipersensibilità dei capezzoli e che quindi potrebbero passare notti insonni per via del prurito dato dallo sfregamento con il pigiama.
Per l’acquisto di questi reggiseni ti suggerisco sempre di rivolgerti ai negozi specializzati in indumenti pre maman, in quanto ti sapranno consigliare i modelli più adatti alle tue esigenze. Punta comunque su reggiseni confezionati con tessuti naturali, come il cotone e di colore bianco.
L’attività sportiva
Colleghiamo lo spunto di cui sopra con questo, introducendo il tema dell’attività fisica sostenendo che per essa avrai necessità di uno specifico reggiseno, che sia il più possibile traspirante e senza cuciture, ma soprattutto con spalline larghe e poco elastiche.
Fare uno sport in gravidanza, di una tipologia che sia compatibile con la tua condizione, è sicuramente indicato per abbassare i livelli di stress e per mantenere una buona forma fisica, stando sempre attente a non esagerare, soprattutto con i salti.
Inoltre, lo sport è un ottimo modo per ritrovare serenità e distensione, perché l’attività fisica rilascia grandi quantità di dopamina e di endorfina, che garantiscono il mantenimento del miglior benessere.
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Il regime alimentare
Come sempre, è buona abitudine mantenere una dieta sana ed equilibrata, garantendosi sempre la giusta idratazione grazie al consumo di acqua, frutta e verdura ma, soprattutto, evitando l’assunzione di alimenti ricchi di grassi e sale, i quali possono portare verso la ritenzione idrica.
Parlane con il tuo medico: saprà sicuramente strutturare un’apposita dieta per poter permettere a te e al tuo bimbo di ottenere tutti gli elementi nutrienti di cui hai bisogno.
I massaggi e le spugnature: cosa evitare?
C’è un dibattito aperto in corso su quale metodo di intervento diretto sia il migliore per calmare il bruciore al seno.
Le soluzioni sembrano due: da una parte l’utilizzo di cosmetici mirati, da applicare con lievi massaggi sulla zona dell’areola mammaria, mentre dall’altra parte troviamo l’impiego delle spugnature. Alcuni medici sconsigliano il primo metodo, in quanto i massaggi potrebbero stimolare l’ulteriore produzione di prolattina, favorendo così l’aumento dell’intensità del dolore avvertito ma ciò – in realtà – non è sempre vero.
Infatti, tutto dipende da che tipo di prodotto si sta utilizzando e a come viene effettuato il massaggio. Il nostro consiglio è sempre quello di optare per cosmetici di alta gamma come il Mamybutter, che rappresenta un cosmetico efficace per combattere e prevenire alcuni inestetismi del seno come le smagliature e la secchezza della pelle.
Questo burro va applicato in maniera delicata intorno al capezzolo e sul resto della mammella, usando dapprima le dita, e poi il palmo intero. La sostanza dovrebbe aiutarti a drenare e ridurre l’infiammazione dei tessuti della mammella, oltre a garantire l’elasticità delle fibre di collagene ed elastiche presenti nella cute. Parte di un rituale quotidiano di idratazione e nutrimento dei tessuti , li renderà sicuramente più resistenti ed adatti ad assolvere il loro compito.
Consiglio di accompagnare questi trattamenti alle spugnature con acqua fredda per tonificare, e tiepida o calda per un’azione lenitiva e decongestionante. Fammi sapere come è andata!