Quando si parla di gravidanza, spesso si consigliano alla neo mamma semplicemente strategie e tecniche per affrontare il parto nel migliore dei modi e avvicinarsi così a questo importante momento con maggiore serenità. Tuttavia, spesso non si condivide a sufficienza con la madre quali potrebbero essere i “segni” di tale evento, come le cicatrici post parto determinate da episiotomia o altre operazioni.
Fortunatamente, da qualche anno a questa parte le cose stanno cambiando e, di recente, si sta considerando questo evento anche dal punto di vista dei trattamenti corpo a cui la donna può sottoporsi durante gli ultimi mesi prima della nascita, e durante le fasi immediatamente successive.
Non si tratta soltanto di trattamenti puramente estetici, ma anche funzionali. Operazioni che possono assicurare il benessere della donna e permetterle di giungere al parto più rilassata e tranquilla.
Sommario
Cicatrici post parto, come fronteggiare quelle da episiotomia e altre condizioni
In questo ambito, un aspetto che non si dovrebbe trascurare è naturalmente legato alla scelta tra parto naturale o cesareo.
Nel nostro Paese il taglio cesareo si verifica in circa un terzo dei parti, con una percentuale superiore alla media europea. Tuttavia, è anche vero che l’incidenza varia a seconda delle regioni italiane e delle caratteristiche della donna (anagrafiche, e non solo), con la conseguenza di rendere difficilmente prevedibile il ricorso a questo tipo di intervento chirurgico, effettuato sia per esigenze della gestante, sia per esigenze mediche.
Alcune delle principali determinanti che potrebbero condizionare la scelta di questa procedura sono note fin dall’inizio della gravidanza o, comunque, nelle sue prime fasi. Altre sono invece in “formazione”, e note solo alla fine del processo. Si ricordano, tra le tante:
- la posizione podalica del feto;
- un peso stimato del feto pari o superiore a 4,5 chili;
- la presenza di patologie materne come ad esempio il diabete, l’ipertensione o alcune infezioni;
- placenta previa (posizionata lungo il decorso del canale del parto);
- in alcuni casi, il parto gemellare.
Episiotomia, che cos’è?
Quando si parla di tagli durante il parto che, come vedremo, scaturiscono nella necessità di applicare punti dopo parto (o punti post parto), ci si riferisce generalmente al taglio cesareo.
Tuttavia, è anche possibile che gli interventi chirurgici per agevolare il parto siano riconducibili anche alla episiotomia, un taglio eseguito durante quello naturale che consente di allargare il canale del parto, così da facilitarlo o ad evitare che si crei una lacerazione spontanea.
L’episiotomia: fa male?
L’episiotomia rappresenta un’incisione, un piccolo taglio e quindi si tratta di una vera e propria operazione chirurgica, non praticata di routine e effettuata in anestesia locale. Il taglio è ben suturato dopo il parto, dando così luogo a quella che è una cicatrice parto naturale generalmente abbastanza contenuta.
Quando si ricorre all’episiotomia
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un più diffuso ricorso all’episiotomia, un intervento che in alcuni casi potrebbe effettivamente ridurre in modo significativo il rischio di andare incontro a traumi perineali, permettendo di proteggere il neonato da eventuali stress e contrastando il rischio di disfunzione post-partum del pavimento pelvico.
Tuttavia questo intervento può condurre ad effetti collaterali se non eseguito efficacemente, e se viene realizzato quando non sussiste un’adeguata motivazione, come:
- un parto precipitoso, troppo rapido da non permette un’adeguata dilatazione naturale della vagina;
- sospetta sofferenza fetale quando il neonato è ancora nel canale del parto;
- spalle del neonato bloccate;
- parto podalico;
- testa del bambino di dimensioni rilevanti.
Sia in caso di parto cesareo sia di parto naturale con episiotomia, è fondamentale trattare le cicatrici in maniera adeguata, così da evitare complicazioni, disturbi e inestetismi estetici e funzionali.
Cicatrici parto episiotomia e cesareo
Le modalità di trattamento delle cicatrici del parto variano a seconda che si stia parlando di un cesareo oppure di un’episiotomia. In ogni caso, è sempre necessario prendersene subito cura per evitare che si formino aderenze e quindi fastidiose complicanze come il dolore cicatrice episiotomia dopo parto.
In genere la cicatrice derivante da episiotomia che non è stata adeguatamente trattata può portare a mal di schiena, dolori durante i rapporti sessuali oppure a livello anale. Si parla in questo caso, spesso, di cicatrice episiotomia dura.
Invece, quando si parla del cesareo, le conseguenze di un errato trattamento di questa condizione possono essere dolori cervicali e della zona lombo-sacrale. Qualunque sia la tipologia di cicatrice è fondamentale intervenire in maniera adeguata!
Ci si chiede spesso: cosa mettere su cicatrice episiotomia? Cosa mettere sulla ferita del taglio cesareo?
In entrambe le situazioni consiglio di massaggiare l’area interessata ogni giorno attraverso delicate manovre di massaggio impiegando prodotti idratanti, lenitivi ed elasticizzanti. Prodotti topici, come l’olio essenziale di iperico oppure prodotti che contengano olio di rosa mosqueta, un olio per cicatrici da cesareo o parto naturale molto efficace.
In ogni caso porre attenzione al tipo di detergente intimo per il post parto in particolare se è stata praticata un’episiotomia. il detergente dovrà essere delicato, con ingredienti lenitivi, antibatterici, e con tensioattivi non troppo aggressivi. La cicatrice episiotomia deve riparare cicatrizzandosi velocemente ma, mantenendo una buona elasticità cutanea, quindi ha bisogno di cure adeguate.
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Sotto indicazione del proprio medico curante è poi possibile optare anche per terapie strumentali, ad esempio la tecarterapia oppure gli ultrasuoni. Una particolare attenzione deve essere prestata alle cicatrici legate al parto cesareo, perché sono quelle che di norma appaiono come più evidenti e, proprio per questo motivo, finiscono con l’avere un impatto maggiore sia sulla psiche sia sul corpo della donna.
I problemi legati alla cicatrice da parto cesareo
Prendersi cura delle cicatrici da parto cesareo vuol dire trattarle secondo le indicazioni del medico fin dal primo momento della loro formazione, quando sono ancora “fresche”. Una maggiore cura deve riguardare le donne la cui pelle presenta una maggiore predisposizione alla comparsa di cicatrici cheloidi e, comunque, il trattamento deve essere prolungato nel tempo e deve interessare sia l’aspetto psichico sia quello estetico della neo-mamma.
Ricordiamo infatti come il parto cesareo sia certamente un trauma più forte e significativo rispetto al parto naturale e come occorra porre in essere adeguate strategie integrate per aiutare le donne ad accettare le cicatrici del parto, ed evitare che si trasformino in uno stress per la mente della neo-mamma, che sarà già di per sé messa a dura prova dal doversi prendere cura del bebè.
Consigli sulle cicatrici post parto e da taglio cesareo
La cicatrice del cesareo sia in grado di alterare la percezione che la donna ha del proprio corpo. Viene infatti vista erroneamente come una fonte di imbruttimento del proprio aspetto. E ciò si spiega anche con il fatto che durante i primi mesi post-partum la psicologia di una donna tende ad essere maggiormente esposta al rischio di stress, ansie e traumi.
Ancora, spesso si crede che l’aspetto della cicatrice non possa essere migliorato. Si tratta di una convinzione che nella maggior parte dei casi non ha fondamento reale, considerato che per appiattire e rendere meno appariscente le cicatrici del cesareo è sufficiente svolgere e rispettare un trattamento continuato nel tempo. La soluzione che consente di ottenere i migliori risultati consiste nell’iniziare a trattare la cicatrice perfettamente guarita il prima possibile, seguendo un ciclo di cure sotto la supervisione del proprio medico.
Taglio cesareo e cheloide
Ricordo ancora che il taglio cesareo è maggiormente soggetto a trasformarsi in un cheloide, ossia una cicatrizzazione anomala. Questa evoluzione ha una limitata incidenza perché nella maggior parte dei casi la ferita, se adeguatamente curata, diventa un segno quasi impercettibile dopo un certo periodo di tempo.
La formazione del cheloide avviene comunque a causa di un aumento nella produzione di collagene connessa a un’eccessiva proliferazione di fibroblasti. Il risultato finale è una cicatrice dura, spessa, più estesa e visibile rispetto alla ferita iniziale, che da morbida e arrossata si schiarisce nel tempo fino a diventare dura. Si tratta di un inestetismo molto più difficile da accettare da parte delle neo-mamme ma, anche in questo caso, giova sottolineare come sia possibile migliorare l’aspetto delle cicatrici da parto cesareo anche in presenza di cheloidi.
Le cicatrici parto cesareo: come intervenire
Trattare il taglio cesareo vuol dire prendersene cura finché il processo di cicatrizzazione non si è concluso. Bisogna avere pazienza: in certi casi possono servire anche alcuni mesi perché le modalità e i tempi variano in base alle caratteristiche della pelle della mamma. Tuttavia, è necessario mettere in atto fin da subito alcune determinate accortezze per facilitare la cicatrizzazione e ridurre al minimo il rischio di complicanze.
Tra le soluzioni più consigliate ed efficaci si ricorda che la ferita deve essere medicata e disinfettata finché non si rimargina completamente seguendo le indicazioni del medico.
Ancora, il processo naturale di cicatrizzazione deve essere favorita usando appositi prodotti. Si consiglia di applicare sulla zona interessata creme, come la nostra Mamybutter, oppure oli essenziali a base di rosmarino, lavanda, calendula o camomilla. Si tratta di piante benefiche con un elevato contenuto di vitamina E, che aiuta a prevenire la formazione di cheloidi, migliorare l’aspetto della cicatrice e la sua naturale trasformazione in un segno quasi impercettibile e molto sottile.
Nello specifico la vitamina E idrata l’area cicatriziale, mentre il rosmarino e la lavanda hanno proprietà antisettiche e lenitive. Invece la calendula favorisce il processo di rigenerazione dei tessuti e la camomilla svolge un’azione antinfiammatoria e antipruriginosa. Queste proprietà risultano molto utili in questa fase perché la cicatrizzazione spesso comporta prurito e infiammazione cutanea. L’idratazione della zona interessata dalla cicatrice è fondamentale perché supporta il processo di cicatrizzazione e favorisce la rigenerazione cellulare. Inoltre rende meno sensibile l’area dell’addome e quindi riduce gli episodi dolorosi legati a stiramenti del corpo oppure movimenti.
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In conclusione di questo lungo approfondimento, ricordo infine a tutte le lettrici che:
- Occorre prestare una maggiore attenzione alle neo mamme la cui pelle tende alla formazione di cheloidi. Una volta che la ferita del cesareo si è rimarginata inizia per loro la fase più critica ed è necessario iniziare a prendersi cura delle cicatrici post-parto il prima possibile per ottenere risultati migliori. A queste donne sono prescritte formule antisettiche arricchite, finalizzate a proteggere la pelle e attenuare la cicatrice perché hanno proprietà rigeneranti cutanee, lenitive, antiprurginose e antinfiammatorie;
- Si può applicare sulla zona interessata gel di silicone. Questo prodotto aiuta a contrastare la formazione di cheloidi o addirittura la scomparsa della cicatrice. Bene anche evitare l’iper-pigmentazione della zona cicatriziale proteggendola dai raggi solari. Questo accorgimento diventa rilevante nei mesi estivi;
- È necessario seguire un’alimentazione sana ed equilibrata. Coprire il fabbisogno di vitamine richiesto dall’organismo attraverso un adeguato consumo di frutta e verdura è fondamentale per la protezione della pelle e la rigenerazione dei tessuti, utili soprattutto per quanto riguarda le cicatrici da episiotomia.
Nel caso in cui le cicatrici da parto cesareo si evolvano in cheloidi molto gravi è possibile intervenire in maniera mirata. Sotto controllo medico si può optare per trattamenti laser, massaggi cicatriziali, la crioterapia e persino le iniezioni intralesionali di farmaci.