Dopo tanti mesi di attesa, ecco che finalmente si prospetta all’orizzonte il grande giorno, e giustamente vuoi prepararti al meglio. Le domande che ti frullano per la testa sono tante, a volte fatte di insicurezze ed ansia, altre invece piene di curiosità ed euforia. Infatti stai per far incontrare il bimbo che fino ad ora hai immaginato e sognato, con il bambino che invece effettivamente porti in grembo, e questo evento potrebbe portarti a vivere emozioni contrastanti. È più che normale provare questo mix di emozioni, soprattutto quando la voglia di portare a termine questa gravidanza (a volte dettata anche dalla stanchezza) si incontra con la volontà di cominciare questo nuovo e bellissimo capitolo della tua vita, il quale ti riserva tante gioie e soddisfazione, ma anche grandi sacrifici.
Se ti stai facendo tutte queste domande e stai vivendo più intensamente questi pensieri, probabilmente hai già superato il settimo mese e stai già iniziando a prepararti psicologicamente agli ultimi giorni di gravidanza, che ormai non sembra più un evento così lontano. Ovviamente le domande sono molte, ma una su tutte è sicuramente la più frequente: ” Quali sono i sintomi parto imminente? Come potrò riconoscere l’inizio del travaglio?”. Sono domande lecite, la cui risposta è spesso molto semplice: la gravidanza è un evento naturale, durante il quale le donne spesso vivono d‘istinti (come quello di protezione verso il proprio bambino), quindi non devi preoccuparti, perché sarà il tuo corpo a fartelo capire. Nonostante questo, conoscere ciò che ti aspetta è sempre una buona idea, soprattutto per non farsi trovare impreparate.
Prima dunque di parlare dei sintomi travaglio, dobbiamo invece affrontare un discorso preliminare sul periodo che immediatamente lo procede e lo inaugura, durante il quale il corpo della gestante si prepara al parto, ossia il periodo prodromico. Questo periodo consiste nella fase di transizione che intercorre fra la comparsa delle prime contrazioni involontarie e irregolari, e il periodo dilatante, detto anche travaglio.
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Questa transizione ha una durata di tempo variabile, perché può precedere il travaglio di qualche ora, ma anche di qualche giorno. Capiamo di essere nel periodo prodromico quando si iniziano ad avvertire nella zona del basso ventre le prime contrazioni, che sono irregolari nella frequenza, nella durata e nell’intensità. Infatti alcune donne associano queste contrazioni ai crampi dei dolori mestruali, i quali sono spastici come queste doglie. Inoltre il collo dell’utero inizia a subire le prime trasformazioni in vista del parto, in quanto esso si porta in asse con la vagina, diventando un tutt’uno con il corpo dell’utero, a volte anche causando delle piccole perdite di sangue.
Sommario
Il periodo prodromico: ecco i primi sintomi pre travaglio
Il primo consiglio da seguire è quello di vivere serenamente e non farsi prendere dal panico. Non c’è nulla da temere, dovete solo cercare di rilassarvi il più possibile per racimolare le forze necessarie per il grande giorno. Inoltre è sempre buona cosa mangiare sano, dormire adeguatamente ed evitare gli sforzi eccessivi.
Elencheremo da primi i sintomi più generali e fisiologici, e in seconda battuta quelli invece che segnano l’inizio effettivo del travaglio:
- Bisogno di urinare spesso: come detto in precedenza, intorno alla 37 settimana di gravidanza il feto si abbassa grazie alle modificazioni pelviche e del collo dell’utero, andando così a premere sulla vescica e inducendo il bisogno di andare in bagno.
- Diarrea: la causa anche in questo caso è da attribuirsi alla discesa del feto verso il bacino. Per questo motivo l’intestino cerca di fare spazio al bebè, eliminando le feci in eccesso attraverso episodi di diarrea o frequente defecazione. Inoltre bisogna far notare che questo sintomo potrebbe essere spesso un sentore dell’inizio del travaglio e delle annesse contrazioni, regolato anche dalla produzione da parte dell’organismo di particolari sostanze dette prostaglandine. Queste in particolare regoleranno e stimoleranno molti processi del travaglio.
- Mal di schiena: è assai comune nei giorni prima del parto avvertire un fastidioso dolore alla schiena, più precisamente nella zona lombare e dell’osso sacro. Anche in questo caso la causa è l’abbassamento del feto, che prelude il momento del parto.
- Disturbo del sonno: principalmente dovuto all’attività ormonale e all’ansia da parto. Questo non vuol dire solo dormire poco, ma avvertire anche un grande bisogno di sonno e riposo.
- Vertigini: sicuramente legate a stati di ansia, ma anche per abbassamenti di pressione dovuti al senso di spossatezza.
- Spossatezza: è più che lecito che una donna si senta stanca dopo 9 mesi di gravidanza, soprattutto nell’ultimo periodo di questa perché si è in preda agli ormoni e ai piccoli dolori pre travaglio. Questo stato di affaticamento può portare il tuo corpo ad avere brividi, ma non preoccuparti: è il suo modo per provare a rilassarsi in vista delle prime contrazioni.
- Affaticamento del respiro: a volte la pressione del feto sulla schiena e sugli spazi polmonari contro il diaframma, può comportare delle difficoltà respiratorie, ma non in maniera eccessiva.
- Sindrome del nido: in questo caso stiamo parlando di una condizione meramente psicologica, perché non è altro che quello stato d’animo che vive ogni mamma prima del parto, ovvero la volontà di garantire un arrivo del bambino sereno ed organizzato, magari preparando gli ultimi dettagli della sua cameretta.
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Ecco invece quelli che sono i sintomi che sanciscono il periodo di transizione verso il travaglio:
- Perdita tappo mucoso: Il tappo mucoso è necessario per isolare il canale cervicale per proteggere la cavità uterina dall’ingresso dei batteri esterni. La sua perdita è sicuramente il segnale di un travaglio in arrivo, anche se potrebbe precederlo di poche ore, ma anche di qualche giorno. Quando il tappo mucoso cade, esso va a creare una perdita vaginale gelatinosa incolore ed inodore, a volte striata di sangue, che si può notare sulle mutande o durante l’igiene intima, ma che in alcun modo può essere scambiata per la rottura delle acque, che invece è molto più abbondante. Infatti molte donne ammettono di non essersene nemmeno accorte, nonostante le perdite possono in alcuni casi prolungarsi per più di un giorno. Se però queste perdite si fanno troppo liquide, allora è meglio contattare l’ostetrica o il ginecologo, che provvederà a controllare che non ci siano lesioni del sacco amniotico e non ci sia quindi la rottura del sacco e la perdita del liquido amniotico.
- Contrazioni di Braxton Hicks: non sono altro che contrazioni di avvertimento e comunque non hanno niente a che fare con le contrazioni vere e proprie. Per questo motivo vengono definite anche “false contrazioni”, dato che si presentano spesso ad intervalli irregolari e in alcuni casi anche già al sesto mese.
I sintomi del parto imminente: contrazioni parto e rottura delle acque
Contrazioni del parto
Dopo ben 38 settimane di gravidanza, verso la 40esima settimana, dovremmo già essere abbondantemente verso fine del periodo prodromico, dunque veramente a ridosso del giorno del parto. Le contrazioni sono i più chiari sintomi di parto imminente. Queste possono essere definite come spasmi intensi, molto simili ai dolori del ciclo, ma molto più forti e frequenti. Durante la contrazione il pancione si irrigidisce perché si mette in tensione l’addome, per poi tornare in rilassamento e distensione. Il dolore causato dalle contrazioni parte dalla schiena e arriva fino alla parte frontale del corpo, oppure dalla parte superiore alla parte inferiore del pancione, coinvolgendo anche i reni e la zona lombare.
Le prime contrazioni durano pochi attimi, ma con il passare del tempo raggiungono la durata di un minuto circa, e soprattutto si susseguono ad intervalli sempre più brevi (frequenza di circa 5 minuti con una durata di almeno 30 secondi). Questo è ovviamente il momento di andare in ospedale.
Rottura delle acque
Insieme alle contrazioni, la rottura del sacco amniotico è uno dei sintomi più celebri del travaglio e dell’imminente parto. La membrana del sacco amniotico si rompe di solito per effetto delle contrazioni, ma spesso la rottura avviene anche prima che queste arrivino. Con la rottura, il liquido esce di solito in un unico fiotto, ma in taluni casi avviene anche più lentamente e gradualmente, mentre accade davvero in rarissimi casi che il bambino venga al mondo nel sacco intatto. La famosa nascita con la camicia, anche ben augurante. Nel caso in cui ciò accada, non è assolutamente un problema, anzi: più a lungo il bambino rimane al suo interno, più a lungo si sarà riparato da germi patogeni; basterà semplicemente rompere il sacco e il parto potrà concludersi felicemente.
La sensazione prima della rottura delle acque è quella di avvertire uno stimolo simile a quello dell’urina, e quando avviene il rilascio è necessario verificare il colore del liquido amniotico, che dovrebbe essere sempre di colore chiaro. Se si presenta di colore scuro o verdastro, allora è meglio andare immediatamente in ospedale per verificare la salute del bimbo; altrimenti, se non si è ancora in preda alle contrazioni, si può fare con calma, non aspettate troppo però, il bambino ora non è più al riparo dalle infezioni batteriche. Inoltre è importante controllare che il bambino si muova sempre bene.
C’è solo un caso in cui la rottura delle acque potrebbe non essere un bel segnale, ovvero quando questo avviene prima della 37esima settimana. Nel caso in cui questo accada, raccomandiamo di mettersi in contatto con l’ospedale e l’ostetrica il prima possibile, anche se le contrazioni non sono ancora sopraggiunte e non si avvertono molti altri sintomi. Infatti la rottura precoce del sacco amniotico potrebbe voler dire andare incontro ad un parto prematuro.