Come smettere di allattare?

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Linda Tosoni

 

Ostetrica

e Beauty Specialist

 

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Da tempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità risponde alle domande delle madri sul come smettere di allattare al seno il proprio bimbo, specificando che dovrebbe essere a “richiesta”, continuando cioè a nutrire il piccolo con il proprio latte, insieme ad altri alimenti, anche fino a due anni di età, se necessario.

I motivi per cui questo approccio viene confermato dall’OMS è ben noto: oltre ad essere un alimento fondamentale per la salute del piccolo – e, nelle sue prime fasi di vita, anche l’unico – l’allattamento al seno svolge un ruolo essenziale anche per la sua serenità, quasi come se fosse una rassicurazione naturale nel caso di preoccupazioni, tensioni, o stanchezza.

Ciò premesso, prima o poi giunge tuttavia il momento dello svezzamento, cessando l’alimentazione naturale al seno in virtù di un altro regime alimentare. Ma come smettere di allattare? Quali sono i consigli che dovresti tenere a mente per arrivare a questo obiettivo senza traumi e per te e per il bambino?

Ho cercato di riepilogare alcune piccole accortezze che ti consiglio di leggere e di far tue: ti saranno certamente utili per affrontare questo particolare momento della tua vita con la giusta consapevolezza e serenità.

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Come smettere di allattare al seno: una decisione inevitabile

Per saperne di più su questo argomento, non posso non iniziare ricordando che la decisione di smettere di allattare al seno sia una opzione che, prima o poi, tutte le donne tendono ad affrontare con diversa emotività.

Quello che non è certo è il momento in cui questo evento accade

Per esempio, non tutte le donne sanno che alcuni studi antropologici hanno ipotizzato che l’età naturale di svezzamento negli esseri umani potrebbe essere ben superiore ai due anni, e compreso tra tale età e i quattro anni: una ipotesi sorta dopo l’analisi di alcune caratteristiche umane, come lo sviluppo dei denti e del peso, confrontato con quel che caratterizza altri primati. 

Insomma, sia che tu sia alla ricerca di informazioni su come smettere di allattare a 15 mesi, sia che tu sia alla ricerca di informazioni su come smettere di allattare a 9 mesi, poco cambia: non esiste un giorno esatto a partire dal quale lo svezzamento può essere considerato opportuno.

Leggi anche: Seno in gravidanza, cosa succede e come preservarlo

Come smettere di allattare al seno senza traumi

Premesso quanto sopra, iniziamo con il condividere alcuni consigli pratici che ti permetteranno di smettere di allattare al seno senza traumi iniziando, magari, con lo smettere di allattare di notte o in specifici momenti della giornata. 

In questo ambito, un concetto molto importante che desidero condividere con te è che lo svezzamento è un processo di norma graduale, che dovrebbe iniziare con l’introduzione di alcuni alimenti complementari al latte materno, intorno ai sei mesi di età. Da quel momento in poi lo svezzamento dovrà proseguire gradualmente, fino a quando il latte materno viene completamente sostituito da altri alimenti e bevande.  

Ma perché proprio sei mesi di età, e non prima?

Perché iniziare lo svezzamento a sei mesi

Fermo restando che nemmeno questo termine temporale può essere assunto troppo rigorosamente, è intorno ai sei mesi che il bambino inizia ad avere bisogno di livelli più elevati di alcune sostanze nutritive, come ad esempio i minerali (ferro, zinco) e le vitamine (B, D), che non possono essere somministrate attraverso il latte materno.

Dunque, almeno nella prima fase dello svezzamento, i cibi solidi dovranno essere un’aggiunta al latte materno. Solamente in un secondo momento il latte materno non sarà più la sua principale fonte di sostanze nutritive, e potrà essere gradualmente abbandonato. Di qui, una prima considerazione che mi sento di condividere con tutte le mie lettrici: il fatto che il bambino inizi ad alimentarsi attraverso i cibi solidi non significa necessariamente che possa fare a meno del latte materno (anzi!).

E per quanto riguarda la fine del periodo di svezzamento? È molto semplice: smettere di allattare al seno è una tua scelta. Dunque, l’intero processo di svezzamento durerà fino a quando tu e il bambino lo desidererete. Non sentirti sotto pressione perché, magari, senti che qualche amica, familiare o collega ti suggerisce che è il momento per abbandonare l’allattamento: l’unica cosa che conta è il tuo benessere e – ovviamente – quello del tuo bambino.

Come smettere di allattare al seno in modo naturale  

Scegliere di smettere di allattare al seno in modo naturale, in maniera tale che sia il tuo bambino a capire di non avere più bisogno dell’allattamento, comporterà probabilmente uno svezzamento lento e graduale. Nel corso dei mesi, infatti, le poppate del piccolo tenderanno a diventare più brevi e meno frequenti. E, generalmente, questa perdita di interesse da parte del bambino nei confronti dell’allattamento materno coinvolge anche la mamma, che sarà sempre meno propensa all’allattamento.

Così facendo avrai tutto il tempo per far abituare il tuo corpo alle nuove necessità del bambino e, dunque, dovresti metterti in una posizione di riparo rispetto ai principali rischi che potresti invece correre nel momento in cui lo svezzamento dovesse essere troppo rapido (come ad esempio avviene in occasione degli ingorghi mammari). 

Cosa succede se smetti di allattare improvvisamente 

Quanto ho appena ricordato mi permette di allacciarmi all’ultimo tema che voglio affrontare in questo approfondimento. Ovvero, che cosa succede se smetti di allattare improvvisamente?

In questa situazione la prima cosa che devi evitare è il già rammentato ingorgo mammario. Dunque, puoi procurarti un tiralatte per favorire la sua estrazione, limitandoti magari a estrarre solamente il latte che ti permetterà di alleviare il disagio: così facendo lascerai intendere al tuo corpo che non intendi produrre più latte.

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Dunque, anche se il tuo seno all’inizio apparirà gonfio e sensibile, non preoccuparti. Con il passare del tempo finirà con l’adattarsi, anche se potrebbero essere necessarie alcune settimane. Se poi il dolore dovesse essere piuttosto intenso, parlane con il tuo medico: di norma non è necessario aiutarsi con antidolorifici come il paracetamolo o l’ibuprofene ma – evidentemente – una simile valutazione non potrà che essere assunta in maniera specifica, dietro una piena condivisione con il medico.

Nella speranza che queste brevi condivisioni ti siano state d’aiuto, ti ricordo che se vuoi puoi domandarmi una consulenza personalizzata sull’allattamento al seno: una chiacchierata su domande, dubbi e preoccupazioni.

Se desideri puoi leggere l’articolo sule 5 cose da sapere su capelli in allattamento.

Buon proseguimento!

Su di me

Linda Tosoni

Dopo un’esperienza professionale ventennale come ostetrica ospedaliera, insegnante, consulente e titolare di un istituto di bellezza, ho deciso di creare un vero e proprio metodo per il benessere, dedicata alla donna in gravidanza.

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