La cicatrice ipertrofica è solo uno dei diversi esiti che si possono presentare al termine del processo di cicatrizzazione conseguente all’incisione di un’operazione chirurgica, data del taglio di un corpo affilato. Non sempre il processo di guarigione avviene nella maniera corretta, in taluni casi le conseguenze negative si scoprono solo dopo anni. Per questo motivo una cicatrice, anche se esteticamente ci sembra “bella”, va sempre fatta controllare dal dermatologo o dal vostro chirurgo, perché dietro un aspetto gradevole si possono celare diverse complicazioni. Ad esempio è noto che alcune cicatrici ipertrofiche possono essere in grado di alterare la postura del paziente per via del dolore che può essere provato, dalle possibili difficoltà motorie o semplicemente perché i tessuti sono posti maggiormente in tensione. Inoltre grazie alla fisioterapia si è scoperto che alcuni dolori avvertiti in aree lontane dalla zona incisa sono comunque riconducibili ai problemi della cicatrizzazione. Le cellule della cute ricevono e mandano continuamente segnali e messaggi al resto del corpo, quindi una cicatrice potrebbe alterare il sistema di comunicazione, falsando le risposte del nostro organismo sia a livello nervoso (mandando segnali errati all’encefalo), che immunitario, endocrino o psichico (percezione alterata delle reali dimensione e condizioni del segno).
In definitiva la cicatrice ipertrofica è il risultato di una cicatrizzazione anomala che presenta uno strato di nuova pelle sovrasviluppato rispetto al tessuto circostante, che sembra alzarsi sopra la ferita, assumendo un colore rossastro o violaceo, ma soprattutto gonfio e duro al tatto. Come tutte le altre cicatrici, anche quelle ipertrofiche passano per le tre fasi di sviluppo: quella infiammatoria, che finisce dopo circa 7 giorni, quella prolifera, che dura circa un mese, e quella di maturazione, che invece si può protrarre per anni. In quest’ultima fase assistiamo anche al cambiamento di tonalità della cicatrice, la quale passa da un colore accesso a uno sempre più chiaro e perlaceo. Questo tipo di cicatrice si sviluppa come le altre, ma si ipertrofizza solo dopo qualche mese dal taglio. E’ difficile capire fin da subito se la ferite si cicatrizzeranno male, dato che inizialmente sono quasi tutte simili nell’aspetto. Capiamo di star sviluppando un’ipertrofia quando il tessuto cicatriziale inizia ad essere prodotto in eccesso e la zona si presenta come abbiamo appena illustrato. Questo sembra causato da una reazione anticorpale che infiamma l’area che ha subito il taglio, inducendo erroneamente il corpo a produrre altro tessuto in eccesso. Inoltre questo processo può essere accompagnato anche da prurito o disturbi sensitivi (mancanza di sensibilità o ipersensibilità)
La cicatrice da episiotomia può diventare ipertrofica?
Spesso la cicatrice ipertrofica viene confusa con la cicatrice cheloide, e non proprio a torto, perché esteticamente sono molto simili, così come le loro cause, pur presentando alcune differenze. Mentre la prima tende solo ad ispessirsi verso l’alto senza aumentare la propria superficie (si confina nella zona del taglio), la seconda invece non solo cresce in altezza, ma persino in lunghezza. Inoltre la regressione della cicatrice ipertrofica è sempre spontanea, mentre per un cheloide bisogna intervenire artificialmente.
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Sommario
Perché si forma una cicatrice ipertrofica?
Come sappiamo, una cicatrizzazione ipertrofica può sempre definirsi come un’anomalia, o comunque il risultato di un errore di stima dell’attuale stato dei tessuti danneggiati da parte del nostro organismo. Le cause che però ci portano alla comparsa di questa ipertrofia sono diverse, anche se quasi tutte sono associabili ad un errato trattamento di cura delle cicatrici post parto (o post operatorie in generale). Vediamone una lista:
- La direzione della lesione e della sutura: se ben allineata con la direzione del tessuto cutaneo sarà più semplice la sua cicatrizzazione;
- La precisione della sutura chirurgia e la qualità dei prodotti utilizzati per la cura della ferita post operazione;
- Eventuali strofinamenti, ulteriori lesioni e infiammazioni dell’area coinvolta;
- La pulizia e l’igiene della ferita durante la sua cicatrizzazione. Una scarsa igiene è causa di infezioni che potrebbero peggiorare lo stato di salute della pelle lesionata e rallentarne il processo di guarigione.
Nonostante questo tipo di cicatrice sia atipico, in realtà è una formazione assai diffusa fra i pazienti, e spesso viene sottovalutata perché esteticamente sembra presentarsi bene, anche se solo nel suo strato più superficiale. Per questo motivo consigliamo sempre di farsi visitare da un dermatologo o un medico specializzato per controllare lo stato della cicatrice ipertrofica anche dopo anni dalla sua prima comparsa, perché spesso questa lesione può aver alterato anche le condizioni di salute dei tessuti circostanti o ad essa collegati. Inoltre ad occhio nudo non è possibile capire la presenza di eventuali aderenze e tensioni, le quali vanno assolutamente curate per riportare l’area interessata al suo originario stato di benessere. Purtroppo si può verificare che la ferita venga suturata bene e si presenti apparentemente bella esteticamente, ma gli strati sottostanti non si siano riparati adeguatamente. In questo modo si possono causare condizioni dolorose anche in zone del corpo lontane da quella interessata dalla cicatrice, perché quest’ultima può aver alterato le connessioni fasciali dei nostri tessuti, andando così a peggiorare la sintomatologia dolorosa, che non accenna a diminuire.
Curare la cicatrice ipertrofica: rimedi naturali o chirurgia estetica?
Prima di parlare di qualsiasi tipo di rimedio o intervento è bene sottolineare che è di importanza primaria che la ferita venga curata bene fin da subito, ma soprattutto che il chirurgo abbia suturato con precisione gli strati di tessuto senza che si siano create aderenze. I giorni immediatamente successivi all’operazione sono i più delicati, perché è proprio in questo periodo che non bisogna commettere errori. Per questo motivo la ferita va igienizzata regolarmente, e possibilmente applicando un cerotto protettivo in silicone, il quale è in grado di garantire una protezione da eventuali batteri esterni e la giusta umidità dei tessuti, e di mantenere la pelle sempre idratata e al riparo.
Massaggio fisioterapico
A volte tutte le precauzioni del caso non sono sufficienti per evitare la comparsa di una cicatrice ipertrofica, e spesso per migliorare la propria condizione ci si sottopone a dei massaggi, ovviamente adoperati da medici e fisioterapisti professionisti e specializzati. Questa tecnica ho come obiettivo quello rilassare il tessuto della zona interessata attraverso una stimolazione manuale profonda, e talvolta prevede anche l’utilizzo di alcuni strumenti come, ad esempio, gli aghi per l’agopuntura e le coppette della tecnica vacuum. Sicuramente è un metodo valido non senza limiti e per i casi più gravi forse è meglio rivolgersi ad un chirurgo estetico per un intervento mirato.
Interventi estetici o chirurgici
Sono diversi i modi con cui si possono curare le cicatrici ipertrofiche, perché sono diverse le casistiche che si presentano tutti i giorni agli occhi del chirurgo estetico, il quale saprà sicuramente indicare quello più adatto alle singole esigenze. Vediamone alcuni:
- Laser: Di trattamenti laser ne esistono moltissimi, per questo ci limiteremo a dire che questo tipo di interventi solitamente prevedono l’azione di una luce focalizzata dermoabrasiva che rimuove i primi strati della cute, stimolando così la produzione di nuove cellule che ricoprano l’area di pelle cicatrizzata.
- Lipofilling: Questa operazione di medicina rigenerativa comporta il prelievo di una determinata quantità di grasso del paziente attraverso delle cannule assai sottili, che successivamente viene innestata nella zona della cicatrice per creare nuovi tessuti sani.
- Iniezioni: Questo metodo di solito è utilizzato solo per il trattamento dei cheloidi o semplici ipertrofiche, ovvero tutte quelle cicatrici che si alzano e sono sporgenti. In questi casi però si fanno iniezioni di steroidi, mentre per le cicatrici depresse (quelle da acne) si preferisce il collagene. Questa tecnica purtroppo non offre dei risultati permanenti, ed è per questo che è impiegata solo come una terapia di accompagnamento.
- Crema per cicatrici: Anche se non stiamo parlando di un vero e proprio intervento, queste creme vanno comunque comprese nei trattamenti estetici. Infatti prima di procedere con l’utilizzo di una pomata per cicatrici è sempre bene rivolgersi al proprio medico curante o al vostro dermatologo, in quanto questi prodotti potrebbero contenere degli ingredienti non sempre indicati per tutti.
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Rimedi naturali
I rimedi naturali per aiutare il processo di cicatrizzazione sono davvero molti e tutti abbastanza efficaci, anche se ovviamente non possono sostituire una vera terapia di tipo medico-estetico. Tra i rimedi più comuni troviamo l’impiego di diversi oli essenziali, i quali spesso sono contenuti in molte creme cosmetiche naturali, ma la lista è ancora lunga. Vediamone insieme i più noti:
- L’aloe vera: da sempre conosciuta per le sue proprietà idratanti, rigeneranti e antibiotiche, questa magica polpa può essere un buon alleato per l’idratazione del tessuto cicatriziale e la protezione dalle contaminazioni batteriologiche.
- Tè verde: Applicare un impacco di tè sulla zona interessata è un altro modo per aiutare la regressione della cicatrice, perché questa bevanda contiene una buona quantità di antiossidanti, i quali sono in grado di promuovere il rinnovamento cellulare.
- Vitamina E: anche questa, come il tè verde, è in grado di accelerare il processo di ridimensionamento della cicatrice, ed è possibile assumerla sia in compresse che applicata direttamente sul tessuto cicatriziale. I risultati inizieranno a farsi visibili dopo alcuni mesi dal primo trattamento.
- Oli vegetali: il primo che va menzionato è quello di jojoba, un olio dall’azione idratante molto usato nel mondo della cosmetica. Il secondo è sicuramente l’olio di Marula altamente antiossidante, poi quello di lavanda, assai noto per le due proprietà disinfettanti e calmanti, le quali si amplificano se associate con quelle dell’olio di mandorle dolci. Infine dobbiamo citare l’olio di germe di grano, anch’esso in possesso di proprietà rigenerative che rendono la pelle più elastica.
Il Mamybutter per la gravidanza
La lista degli ingredienti naturali utili per il trattamento delle cicatrici ipertrofiche è lunga, quindi come possiamo assumerli tutti insieme in una volta? La risposta è il Mamybutter, detto anche Burro di Mamma, ovvero il cosmetico numero uno per la cura della pelle in gravidanza. Questa crema è stata progettata da Linda Tosoni appositamente per offrire all’universo femminile un prodotto completo, naturale e biocompatibile, che garantisse un’idratazione profonda e un’azione emolliente ed elasticizzante. Alcuni degli ingredienti della sua formulazione unica sono gli stessi che abbiamo appena citato, come ad esempio la Vitamina E, l’olio essenziale di rosa mosqueta e l’olio di marula a riprova della completezza d’azione di questo prodotto.